mercoledì 12 maggio 2010
an article about Festival del Cinema Invisibile. Lilli and other shorts and documentaries
http://cinemadonia.ning.com/profiles/blogs/dvd-public-iv-festival-del?xg_source=activity
an article about Zero film festival, in which they talk about Lilli
http://www.projo.com/movies/content/lb_zero_film_fest_04-30-10_74I7A6R_v10.211b112.html
venerdì 19 marzo 2010
Kinofilm 11 Manchester European Short Film Festival
martedì 2 febbraio 2010
an article from www.piazzaminerva.it
Lilli sbarca a San Francisco: volo in America per il regista pavese Filippo Ticozzi
SCRITTO DA MICHELA CANTARELLA (tratto da www.piazzaminerva.it)
martedì 02 febbraio 2010
Un film diverso, quando la diversità è solo guardare il mondo da un'altra angolazione. Sembra strano, eppure a volte basta davvero soltanto spostare il nostro punto di vista per recepire cose che non ci saremmo mai aspettati. È sufficiente provarci e i risultati possono essere tra i migliori. Ne sa qualcosa "Lilli", il mediometraggio del regista pavese Filippo Ticozzi, in volo verso San Francisco.
Per la terza volta, dopo Atlanta e San Francisco, Lilli sbarca in America, precisamente a San Francisco, dove verrà presentato alla selezione ufficiale del San Francisco Indipendent Film Festival, nelle giornate del 6 e dell 9 febbraio 2010. Il film, interamente girato in Oltrepo’, racconta la storia di Giancarlo, un ragazzo “particolare”, che vive con la madre e il suo cane Lilli tra le colline fino a quando un giorno un incidente gli cambia la vita. Realizzato nel 2008, con un budget ridottissimo grazie all’impegno volontario di diversi professionisti del settore che hanno prestato la propria professionalità gratuitamente, e con la collaborazione della cooperativa Sociale La Piracanta, Auser Comprensoriale di Pavia, Provincia di Pavia e Comune di Pavia, il film ha all'attivo un elenco di riconoscimenti e partecipazioni da far impallidire i professionisti più acclamati del settore.
Un film particolare, che presenta una caratterizzazione dei personaggi non banale: Giancarlo, il protagonista, è in grado di attirare su di sè affetto ed empatia: un adorabile uomo- bambino abusato e sminuito dalla madre, prigioniero di ciò che gli sta intorno. L'uso dei campi lunghi, saggio e audace al tempo stesso, così come la durata delle inquadrature, riescono realmente a far sentire l’umore e la noia che conducono Giancarlo alla decisione di fuggire.
Acclamato come Jury Special Award al XVII Festival du Film de Vendôme (France), Best Directing al IV Festival del Cinema Invisibile di Lecce e Best Acting al Valpolicella Film Festival, il film, prodotto da La Città Incantata, ha partecipato in totale a 15 festival. Un risultato più che soddisfacente per un regista che da Pavia, è riuscito a volare per tutto il mondo.
SCRITTO DA MICHELA CANTARELLA (tratto da www.piazzaminerva.it)
martedì 02 febbraio 2010
Un film diverso, quando la diversità è solo guardare il mondo da un'altra angolazione. Sembra strano, eppure a volte basta davvero soltanto spostare il nostro punto di vista per recepire cose che non ci saremmo mai aspettati. È sufficiente provarci e i risultati possono essere tra i migliori. Ne sa qualcosa "Lilli", il mediometraggio del regista pavese Filippo Ticozzi, in volo verso San Francisco.
Per la terza volta, dopo Atlanta e San Francisco, Lilli sbarca in America, precisamente a San Francisco, dove verrà presentato alla selezione ufficiale del San Francisco Indipendent Film Festival, nelle giornate del 6 e dell 9 febbraio 2010. Il film, interamente girato in Oltrepo’, racconta la storia di Giancarlo, un ragazzo “particolare”, che vive con la madre e il suo cane Lilli tra le colline fino a quando un giorno un incidente gli cambia la vita. Realizzato nel 2008, con un budget ridottissimo grazie all’impegno volontario di diversi professionisti del settore che hanno prestato la propria professionalità gratuitamente, e con la collaborazione della cooperativa Sociale La Piracanta, Auser Comprensoriale di Pavia, Provincia di Pavia e Comune di Pavia, il film ha all'attivo un elenco di riconoscimenti e partecipazioni da far impallidire i professionisti più acclamati del settore.
Un film particolare, che presenta una caratterizzazione dei personaggi non banale: Giancarlo, il protagonista, è in grado di attirare su di sè affetto ed empatia: un adorabile uomo- bambino abusato e sminuito dalla madre, prigioniero di ciò che gli sta intorno. L'uso dei campi lunghi, saggio e audace al tempo stesso, così come la durata delle inquadrature, riescono realmente a far sentire l’umore e la noia che conducono Giancarlo alla decisione di fuggire.
Acclamato come Jury Special Award al XVII Festival du Film de Vendôme (France), Best Directing al IV Festival del Cinema Invisibile di Lecce e Best Acting al Valpolicella Film Festival, il film, prodotto da La Città Incantata, ha partecipato in totale a 15 festival. Un risultato più che soddisfacente per un regista che da Pavia, è riuscito a volare per tutto il mondo.
domenica 24 gennaio 2010
Lilli: Review from Zero Film Festival (English and Italian)
All around excellence. Exceptional cinema...one of the few pieces we recieved in which the story is told through the image and the action and not the dialogue. The main actor was exceptional. He is able to draw both sympathy and empathy from the viewer in his protrayal of this lovable man-child, abused and belittled by his mother, a captive of this surrounding. Both his acting and films' overall pacing and restraint paint a meditational portait of his dreary day to day in this Italian country-side which fades into a location close to what would seem the middle of nowhere (emotionally). Daring and wise use of long shots as well as extended (duration) shots...these are really what set the moods and tedium leading up to his decision to escape. Great yet simple metaphor (as i read it) the boy as pet to his mother, the dog as pet to the boy, to set the stage of hierarchy. Good use of music...and good job on not overusing the music...not holding the viewer's hand in how they should feel, knowing that your actors always managed on their own. Heartbreaking and heartwarming. I cried a little.
TRANSLATION IN ITALIAN
Eccellenza su tutta la linea. Uno dei pochi film da noi ricevuti dove la storia è raccontata attraverso le immagini e l’azione e non con i dialoghi. L’attore principale è straordinario. E’ capace di attirare su di sé sia affetto sia empatia nella caratterizzazione di questo adorabile uomo-bambino, abusato e sminuito dalla madre, prigioniero di ciò che gli sta intorno. La recitazione ed il ritmo del film soprattutto- il suo tempo musicale e la sua misura- dipingono un meditativo ritratto della sua monotona quotidianità in questa oscura zona d’Italia che diviene, o almeno assomiglia, al bel mezzo del nulla (emotivamente). L’audace e saggio uso del campi lunghi così come la durata delle inquadrature riescono realmente a far sentire l’umore e la noia che conducono Giancarlo alla decisione di fuggire. Grande eppure semplice metafora (come l’ho letta io): il ragazzo come il “pet” per la madre, il cane come il “pet” del ragazzo. Buon uso della musica, calibrata e mai eccessiva. Non sottolinea forzatamente i momenti drammatici, ma ha vita a sé, sapendo che l’attore sempre sarà con gli spettatori senza bisogno d’altro. Straziante e toccante. Ho pianto un poco.
TRANSLATION IN ITALIAN
Eccellenza su tutta la linea. Uno dei pochi film da noi ricevuti dove la storia è raccontata attraverso le immagini e l’azione e non con i dialoghi. L’attore principale è straordinario. E’ capace di attirare su di sé sia affetto sia empatia nella caratterizzazione di questo adorabile uomo-bambino, abusato e sminuito dalla madre, prigioniero di ciò che gli sta intorno. La recitazione ed il ritmo del film soprattutto- il suo tempo musicale e la sua misura- dipingono un meditativo ritratto della sua monotona quotidianità in questa oscura zona d’Italia che diviene, o almeno assomiglia, al bel mezzo del nulla (emotivamente). L’audace e saggio uso del campi lunghi così come la durata delle inquadrature riescono realmente a far sentire l’umore e la noia che conducono Giancarlo alla decisione di fuggire. Grande eppure semplice metafora (come l’ho letta io): il ragazzo come il “pet” per la madre, il cane come il “pet” del ragazzo. Buon uso della musica, calibrata e mai eccessiva. Non sottolinea forzatamente i momenti drammatici, ma ha vita a sé, sapendo che l’attore sempre sarà con gli spettatori senza bisogno d’altro. Straziante e toccante. Ho pianto un poco.
martedì 12 gennaio 2010
venerdì 1 gennaio 2010
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